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Writer's pictureFabrizio Pressi

Anahata, il non colpito, il chakra del cuore

Ed ecco che arriviamo a parlare del quarto chakra, Anahata, il non colpito, ossia il chakra del cuore.


Affrontiamo da subito il diritto fondamentale che esso esprime, cioè quello di amare ed essere amati. L'amore è la forza che guida le nostre vite.


Senza conoscere l'aspetto sano dell'amore finiamo per attaccarci alle cose ed alle persone oppure a rifuggirlo.


Spesso nella nostra cultura, il tempo che si può dedicare a prestare attenzione a qualcosa o qualcuno, a dedicarsi ad esso approfondendone la conoscenza è considerato tempo perso. In questo modo finiamo per scollegarci dall'essenziale ed entriamo in modalità difensiva, centrati solo su noi stessi.


Gli aspetti fondamentali del chakra del cuore riguardano equilibrio, amore e relazione. Grazie all'equilibrio troviamo un centro da cui si può amare, attraverso l'amore creiamo relazioni vere e durature, ed attraverso le relazioni centriamo nuovamente su noi stessi la nostra crescita.


Gli antichi diagrammi che raffigurano il chakra del cuore, lo rappresentano come un loto dai dodici petali, contenente una stella a sei punte. Esso rappresenta il movimento discendente dello spirito nella materia e la liberazione ascendente della materia verso lo spirito, in perfetta armonia a livello del cuore.


Quindi si tratta di un equilibrio sottile tra la nostra intimità e quella che riusciamo a donare agli altri.


Per poter raggiungere l'intimità dobbiamo necessariamente avere un senso di noi stessi. Dobbiamo saper comunicare con la nostra parte più interna, conoscere le nostre necessità e le nostre paure, i nostri limiti e le nostre speranze.


Dobbiamo amarci profondamente per poterci donare a qualcun altro.


Se finiamo per non amarci abbastanza, difficilmente riusciremo a donarci a qualcun altro.


Il riflesso è che tratteremo gli altri come vorremmo essere trattati.


Il primo passo da compiere quindi è quello di autoriflessione e contemplazione di se stessi. Dobbiamo per prima cosa entrare in relazione con noi stessi.


E' necessario sapersi ascoltare, decifrare i messaggi del corpo, recuperare ricordi e lavorare sui propri traumi, rilasciando tensioni accumulate nel tempo ed ancora non risolte.


Dobbiamo integrare la nostra parte femminile e maschile, senza precludere né l'una né l'altra. Dobbiamo in altre parole essere in grado di essere forti e vulnerabili allo stesso tempo. Capaci di controllo e di lasciarci andare. Indipendenti e gentili. Non possiamo essere o l'una o l'altra cosa, aspettandoci magari da una relazione, che l'altro sopperisca e si faccia carico di quello che non siamo in grado di reggere in noi stessi.


Non vi è situazione in cui il concetto di equilibrio sia più importante di quella che prevede il successo delle nostre relazioni personali.


Lavorando sul quarto chakra ci è richiesto quindi di lavorare sul protendersi ed accogliere. Nel protendersi ed accogliere agiscono le braccia e le mani, avvicinando ciò che vogliamo, raccogliendolo. Se il chakra del cuore non funziona in maniera opportuna, spesso le persone presentano un atteggiamento di chiusura. Le braccia sono abitualmente ripiegate sul petto o si muovono in maniera disordinata.


Riprendendo le parole di Thomas Moore si può asserire: "Molte persone sembrano vivere con pena lo stare insieme e sognano le gioie dell'essere separati; altre viceversa, vivono una vita di solitudine e si riempono la testa di immagini fascinose di intimità", rimbalzare da un estremo all'altro non ci porta che continuare a vivere un'esistenza non piena.


INvece quando siamo in equilibrio tra questi opposti, siamo in grado di vivere a pieno i nostri desideri, ci sentiamo dapprima appagati perchè siamo noi stessi e siamo in grado di lasciar vivere a pieno l'altro, senza sentirci mancare qualcosa dal fatto che lui/lei esprime la sua libertà.


Il demone da affrontare se vogliamo vivere appieno la forza esprimibile dal chakra del cuore è il dolore. Quando ci innamoriamo eliminiamo ogni nostra difesa e se veniamo feriti, abbandonati o lasciati, allora ci sentiamo vulnerabili ed intimamente lacerati. Rischiamo di chiuderci in noi e non lasciar trasparire più i nostri sentimenti.


Lavorare quindi con il chakra del cuore significa lavorare sulla compassione. Dobbiamo arrivare ad essere in grado non solo di comprendere le nostre emozioni più profonde ma di saperle condividere con altri. Provare passione con. La capacità di provare compassione per altri, dipende innanzi tutto dalla capacità che abbiamo di vivere e provare il nostro dolore, e di saperlo riconoscere quindi anche negli altri. Non significa che saremo in grado di risolvere i problemi dell'altro, bensì di comprenderli e di riuscire a stra vicino a quella persona nel suo dolore.


Alcuni traumi che possono interessare, nel corso della nostra vita, la relazione intima che possiamo esprimere attraverso il chakra del cuore, possono essere:


- La violenza

- La perdita di amore nei propri confronti

- Relazioni conflittuali o concetti distorti di amore

- Rifiuto da parte degli altri


Esprimere un eccesso nel chakra del cuore può portare una persona ad eccedere nella volontà di trattenere a se qualcun altro. Molte sono le persone che, per eccesso di amore, finiscono per soffocare l'altrui libertà. Occupandosi degli altri più del necessario, esprimendo quasi un possesso dell'altrui vita e non una condivisione di intenti ed opportunità.


Esprimere all'opposto un rifiuto totale nei confronti dell'amore, magari per una ferita ed un dolore provati per una relazione precedente, ci mette invece in condizioni difensive, lasciamo che sia la paura a far da padrone e rifuggendo l'amore in senso lato, non solo finiamo per non essere più in grado di esprimerlo nei confronti di altri, ma finiamo per amar più neanche noi stessi.


Tranquilli, finiamo per passare da un eccesso al suo opposto quasi tutti noi, prima o poi, durante la nostra vita. Ciò che è importante è saper riconoscere questi opposti e saper lavorare per giungere nuovamente ad un equilibrio capace di farci ancora sognare.


Alla prossima puntata


Fabrizio


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