Siamo giunti all'approfondimento del terzo chakra, Manipura: la gemma luminosa.
Chakra questo il cui elemento caratterizzante è il fuoco, che esprime con forza il nostro diritto di agire ma che con esso porta ad esprimere la dualità forte che esiste tra agire e potere, tra aggressione e passività, tra dominio e sottomissione.
Ristrutturare il nostro terzo chakra è una sfida difficile. Bisogna lavorare sul potere senza che questo sfoci in oppressione.
Nel sistema dei chakra, lo scopo del terzo è quello di trasformare l'inerzia in movimento conscio e volontario.
L'attività può portare al piacere o al disastro, quello che è necessario fare è saper scegliere, assumendoci una responsabilità individuale forte e coerente.
Per giungere poi alla comprensione dei chakra superiori, è necessario essere sicuri di se stessi come individui pensanti, in grado però di non prevaricare sull'altro.
Dunque l'autonomia è un traguardo necessario per il terzo chakra. Questo diritto non giunge a noi da un'altra persona, dev'essere per prima cosa radicato in noi stessi.
Lo scopo ultimo di un'individualità forte ma generosa è quello di realizzare se stessi come individui all'interno di una società. Per individuarci dobbiamo essere capaci di staccarci dai nostri genitori, per esprimere con determinazione ciò che volgiamo essere o ciò che realmente siamo.
Dopo aver fatto pace con il nostro corpo fisico e con le nostre emozioni, è ora giunto il momento di definire la nostra identità, ed ecco spuntare quindi l'ego. Diamo forma all'ego con la coscienza. L'ego esprime con forza una dichiarazione: chi siamo.
Eppure l'ego è capace anche di dividere perchè separa il conscio dall'inconscio. L'ego è il se radicato , l'individualità della coscienza.
Un'espressione come: "dimmi cosa devo fare", può esprimere un problema alla base del terzo chakra. L'energia è rivolta verso l'esterno, alla ricerca di qualcuno o qualcosa che ci guidi o che ci obblighi a fare una cosa. Da banbini spesso si viene premiati se si fa quello che "si deve fare" in base a delle aspettative altrui. Siamo in altre parole educati all'obbidienza e così cresciamo credendo che si "debba studiare", si "debba fare una qualsiasi cosa". qui mi sovviene in mente la grande forza delle parole e lo studio della kinesiologia. Provate a dirvi "devo fare l'esame" (o qualunque altra cosa) e provate a sostituire il verbo con "posso fare l'esame", notate la differenza emotiva che provoca nel vostro corpo, la pace e la contrazione in opposizione.
Tutto si può esprimere in termini di autostima. E' la volontà personale a sostenerci, non l'obbligo di essere espresso da qualcun altro.
Una volontà vitale richiede autostima, e la fiducia in noi stessi ne è la base solida sulla quale poggiare i nostri passi, in questo caso.
Spesso capita che chi ha una carriera di successo o molto denaro (senza voler togliere nulla alla ricerca di stabilità, sia economica che sociale, ne abbiamo parlato ampiamente con il primo chakra) si ritrovi ad essere una persona con scarsa autostima, che cerca la considerazione sociale degli altri, magari cercando di ricoprire un ruolo sociale considerato utile, per sopperire alla sua mancanza di autostima.
Ed ecco quindi spuntare il demone del terzo chakra, dopo la paura ed il senso di colpa dei primi due, ecco che si ritrova la vergogna.
La vergogna mina nel profondo la propria autorealizzazione, il proprio ego. Le persone che vivono nella vergogna ascoltano molto più cosa gli viene detto dagli altri, piuttosto che ascoltare se stessi, alla continua ricerca di affermazione sociale, sentendosi inferiori.
L'agire a proprio vantaggio comporta lo scegliere volontariamente di essere pro-attivi e non reattivi o passivamente subire ciò che capita intorno a noi.Significa avere influenza su ciò che è determinante per il nostro ambiente e non essere vittime delle circostanze.
La parola potere viene purtroppo spesso abusata, "potere" deriva dal latino "posse" e significa essere in grado di, quindi esprime la capacità di compiere cambiamenti. Ciò comporta assumecri dei rischi (potrebbe andar male), metterci in discussione (possiamo cambiare) e darci il diritto di sbagliare (per nostra responsabilità).
La sfida che abbiamo davanti è riuscire ad avere un'autonomia senza prevaricare sugli altri.
Ma l'emergere di un'autonomia si scontra con la dipendenza, fin da bambino e dai primi "no" che riceviamo quando cerchiamo di fare qualcosa di nuovo perchè ci aggrada o perchè volgiamo capire fin dove possiamo spingerci. La sfida quindi è quella di essere capaci di dirigere gli impulsi senza perdere spontaneità ed entusiasmo.
Il rischio, in una persona che non riesca a lavorare sulla propria autostima è quello di essere una persona talmente tollerante da non lottare minimamente per cambiare le situazioni, rimando legato all'idea che sia meglio sottomettersi piuttosto che lottare per esprime il proprio diritto alla realizzazione.
Per guarire da questo circolo vizioso, la persona tollerante deve poter esprime sia i suoi sentimenti più teneri che quelli più violenti, dirigendo l'energia che ne scaturisce in qualcosa di costruttivo che criticare.
Anche in questo caso ci sono delle situazioni che possono minare il pieno raggiungimento di un equilibrato terzo chakra:
- Subire autorità
- Subire punizioni
- Assumersi responsabilità che non competono (esempio: bambini che crescono troppo velocemente, facendo da genitori a fratelli o peggio ancora ai propri genitori...)
- Subire la vergogna
- Essere oggetto di volontà disprezzata e minimizzata
Ed anche in questo caso possiamo trovarci con persone che esprimono carenza, eccesso o un chakra in equilibrio.
Le persone che soffrono di una carenza nel terzo chakra possono presentare mancanza di autodisciplima, volontà debole e mancanza di spontaneità. Possono essere facilmente manipolate dagli altri, spesso si sentono vittime. Tendono ad evitare il confronto e non gradiscono il pubblico. Preferiscono rimanere al sicuro, seguire le regole, lasciare agli altri la conduzione dei giochi. fanno i bravi per evitare rimproveri.
Gli eccessi del terzo chakra invece appaiono persone piene di potere e che vivono nell'abbondanza. In realtà stanno vivendo cercando di apparire ed hanno paura che la loro esistenza o importanza non sia riconosciuta. Ne risulta un eccesso di ricerca dell'approvazione altrui, la persona si troverà sempre in uno stato di eccitazione e sotto stress. Una persona con eccessi nel terzo chakra ha una volontà rigida ma non forte. Può, se si sente minacciata, esprimere rabbia ed esplodere o ritirarsi per paura del conflitto.
Sono spesso persone rigide con se stessi che cercano a tutti i costi di condurre un'esistenza di privazioni e si sottopongono a rigori non necessari, al fine di dimostrare la loro capacità di riuscita. La dimostrazione verso gli altri prevarica e di molto l'affermazione di se stessi.
Un terzo chakra in equilibrio invece si presenta in una persona con una vitalità piena di energia e che esprime gioia ed entusiasmo. La persona in questione piacere dall'impegnarsi in qualcosa e non perde lo spirito e neanche si demoralizza davanti agli ostacoli.
Alla prossima puntata
Fabrizio
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