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Writer's pictureFabrizio Pressi

Posture, ruolo del piede e delle scarpe

Mi sono imbattuto in uno studio riguardante il piede, la postura e l'uso delle scarpe.


E quindi vorrei con voi fare una riflessione, perché son tante le persone che soffrono di mal di schiena, le vediamo tutti i giorni in studio, magari siete tra quelle.


Il nostro approccio è olistico, quindi cerca una comprensione in grado di abbracciare ogni aspetto della vita dal ruolo delle emozioni nell'atteggiamento posturale a ciò che mangiamo o come, perché no, ci vestiamo.

Così, magari, se lavoriamo in sinergia, noi da un lato nel proporre il massaggio giusto e voi, dall'altro aiutandovi quotidianamente, possiamo insieme giungere ad un benessere continuativo.


Dicevo: il ruolo del piede e la postura e le scarpe.

Il piede è una delle strutture più complesse, articolate ed affascinanti del nostro corpo.


È progettato per supportare tutto il nostro peso, per comprendere gli sbilanciamenti, per permetterci di stare in posizione eretta e di camminare in maniera appropriata.

È formato da 26 ossa, da 16 articolazioni, 107 legamenti e 20 muscoli.


Già solo questi numeri sono da capogiro.

Se lo guardiamo dal punto di vista funzionale, possiamo distinguere un'area posteriore di appoggio, il tallone, una sezione - l'arco plantare - in grado di supportare le variazioni di pressione, modificando la sua estensione, ed una sezione di appoggio frontale - l'avampiede con le dita.


Il movimento e l'appoggio sono gestiti da sensori plantari che determinano micromovimenti in grado di riportare al centro dell'arco il vostro peso, determinando un equilibrio dinamico in ogni momento del giorno.

I piedi sono progettati per sentire il terreno e adattarsi.

Il primo consiglio: appena puoi togli le scarpe. A casa, per esempio, non usare nulla se non il tuo piede in appoggio sul terreno.

Ma fuori casa non si può, lasciando da parte l'igiene, sarebbe socialmente inapplicabile camminare scalzi.

La scarpa ideale sicuramente non esiste però si può cercare il giusto compromesso.

Partiamo dal momento della scelta. Quando?

Che domanda strana, avete tempo, andate a comprare le scarpe! Giusto ma anche sbagliato.


Il nostro sistema circolatorio influenza le dimensioni dei nostri piedi e la gravità gioca a sfavore. Così ci troviamo i piedi leggermente più piccoli al mattino, appena svegli e la sera decisamente più gonfi. Cerchiamo quindi, se possibile, di andare ad acquistare un paio di scarpe durante il pomeriggio. In questo modo, essendo a metà della giornata, potremmo quasi essere certi di ricadere in quella fascia di orario che coincide con la "media" di grandezza del nostro piede, e già così provare e trovare le scarpe che non ci fanno male, sarà più semplice.

E il tacco? Qui la questione si fa spinosa.

Di certo, per l'uso quotidiano che della scarpa se ne fa, il tacco sarebbe da abolire. Non voglio dire che non si possano usare le scarpe con il tacco, magari anche alto, per dar risalto e sensualità. Ma tutto il giorno anche no: riservate le scarpe con il tacco alle occasioni speciali. Come sempre è l'eccesso ad essere dannoso.

Tre centimetri di tacco spostano il peso verso l'avampiede, con sei centimetri, l'incremento di pressione arriva al 57% e con nove centimetri i nostri metatarsi dovranno sopportare un peso aumentato del 76% ed in questo caso, il dolore all'avampiede sarà il vostro compagno più fedele e neanche il più crudele.


Con il passare del tempo, il piede aggiusterà la sua posizione e cercherà di compensare: ne deriveranno un eventuale "neuroma di Morton" (infiammazione del metatarso) ed una deviazione delle falangi, soprattutto dell'alluce che porterà all'alluce valgo.

Se ciò non bastasse, la posizione assunta durante il passo, con le scarpe con il tacco alto, portano anche nel breve, ad una riduzione dell'ampiezza di estensione del tendine di Achille e con esso del soleo (uno dei muscoli del polpaccio) con un accorciamento che interesserà dapprima il tricipite della sura (il gruppo muscolare del polpaccio) e successivamente tutta la catena cinematica posteriore e guarda caso, questa interessa la schiena.


Inoltre, se abituati a vivere con il tacco alto, una posizione di ritorno verso il normale appoggio è spesso dolorosa, costringendo la persona a continuare ad usare i tacchi per evitare il dolore dovuto all'estensione dei muscoli ormai atrofizzati in posizione innaturale.

Cercate quindi una scarpa bassa, con la pianta larga - perché il nostro piede è fatto a piede e non ad imbuto - e se doveste correggere un atteggiamento posturale compromesso, non indietreggiate davanti a tutte le possibili soluzioni, comprese il massaggio ed il lavoro posturale che insieme potremmo fare. I miracoli li lasciamo ad altri ma con il tempo, la giusta attenzione e le giuste precauzioni avremo di certo inserito un altro tassello utile al vostro benessere.


Alessia e Fabrizio




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