E sì! E' proprio così o meglio, te lo regala La Marchigiana, in Via Saluzzo 33, a Torino.
Alcune scarpe della collezione presente, contengono un buono per approfittare di uno splendido massaggio ai piedi effettuato presso il mio studio. Ti basta aver acquistato le scarpe ed avermi chiamato per fissare un'appuntamento.
Perchè il benessere passa anche dall'avere un'ottima scarpa artigianale.
Il massaggio ai piedi, che risale alla notte dei tempi, apporta enormi benefici a tutta la persona.
Vuoi sapere quali?
-Combatte gli stati ansiosi
-Aiuta ad eliminare il gonfiore di piedi e caviglie
-Non esistono controindicazioni
I tuoi piedi sono in continuo movimento e tutto il giorno subiscono il peso del tuo corpo, ti supportano e ti portano in giro. Il massaggio ai piedi è un momento di particolare benessere non solo per una zona del corpo ma per tutto il fisico e per la mente.
Lo sapevi che il piede rispecchia tutto il corpo? Che per la riflessologia plantare, massaggiare o agire su una specifica zona del piede equivale ad alleviare i dolori o rigenerare quel particolare organo o distretto corporeo?
Vediamo insieme quali possono essere
-La parte alta della pianta del piede: interessa naso, gola, e ghiandole renali.
-Il centro della pianta del piede: interessa la colonna vertebrale, pressione sanguigna, cuore e reni.
-La parte del tallone fino al malleolo interessano la sfera sessuale e gli organi genitali.
Ancora una curiosità, poi ti lascio:
il nome delle dita dei piedi è ufficialmente: primo dito (alluce), secondo dito, terzo dito, quarto dito e quinto dito.
Da qualche anno a questa parte gira in rete una nomenclatura non ufficiale delle dita del piede:
-Alluce
-Illice
-Trillice
-Pondulo
-Minolo o Mellino
E non si mettono d'accordo ma l'Accademia della Crusca ha fatto delle ricerche e salta fuori che non ci sono testi ufficiali, riconoscimenti, nulla su questa nomenclatura il voga dal 2012 circa però, c'è sempre un però, esiste una storia all'interno di un volume dal titolo "100 storie per quando è troppo tardi" (a cura di Scuola Holden, L. Moisio e M. Trucco, Feltrinelli, Milano), in un racconto breve dal titolo: Ultimo, il maialino.
Una sera la scrofa Carolina decise di partorire.
La piccola Maia aveva trascorso tutto il giorno a inventare nomi, uno per ciascun lattonzolo, quattordici in tutto. “Forza Carolina”, diceva, “ecco un maschietto!”. Ed ecco una femminuccia!
Così Maia aveva cominciato ad assegnare i nomi ai nuovi nati.
Prima come le dita dei suoi piedini, dal più piccolo al più grande: Minolo, Pondulo, Trillice, Illice, e Alluce! Poi le dita delle mani, dal più grande al più piccolo: Pollice, Indice, Medio, Anulare, Mignolo. E per gli ultimi quattro, i colori: Rosa come la mamma; Viola, il suo fiore preferito; Bruno, come il papà; Gialla, come la pesca a merenda. Poi, ogni maialino corse a una mammella a bere il primo latte della sua vita.
E qui arrivò la sorpresa: un quindicesimo maialino! Maia non aveva pensato a quell’ultimo nome e dovette improvvisare: “Ultimo, proprio così ti chiamerai”, disse. Ed ecco la seconda sorpresa: Carolina aveva solo quattordici mammelle! Come avrebbe fatto Ultimo a sopravvivere?
Maia sentì le lacrime colmarle gli occhi, ma non si perse d’animo. Corse in cucina, riempì di latte un biberon del suo fratellino e nutrì Ultimo. Quella sera, dopo la poppata, Ultimo seguì Maia come se fosse la sua mamma. Si strinse tra le sue braccia, chiuse gli occhi e si addormentò.
Buona serata e buon massaggio ai piedi.
Fabrizio